Alta tensione – 50 e 50 (Telequiz)

Sotto il segno del caso

 

Nella fascia preserale (18.50) Raiuno e Canale5 continuano a far leva sul telequiz come traino per i rispettivi Tg (20.30), così speculari nella competizione da adottare nello stesso giorno due formule nuove, RAIUNO con Alta tensione e CANALE5 con 50-50.

 

Costruiti su format d’importazione ‘ come sempre in questo genere, pur con originali manipolazioni, a partire da Lascia o raddoppia (1955)- s’ispirano al quiz classico, tutto concentrato sulla tecnica del gioco e scevro da elementi spettacolari esterni. Anzi è il meccanismo del quiz, richiamato dall’essenziale scenografia, il protagonista più appariscente, senza sottovalutare i due conduttori, che sono il collante fra concorrenti e pubblico e gli addetti alla suspense. Entrambi cortesi e incoraggianti quanto impenetrabili, Carlo Conti discorsivo e cauto, Gerry Scotti espansivo e incline alla battuta, sono i portavoce del “grande fratello” che vigila nell’ombra. In passato dal genere erano nati campioni duraturi, in grado per bravura e singolarità di cementare l’affezione del pubblico, non altrettanto vale per questi eroi di una sera ‘vincenti o perdenti- effimeri come le curiosità suscitate e tuttavia scelti grazie alla loro istintiva mediaticità e alla diversità delle storie e delle condizioni individuali, che facilitano l’identificazione da parte di un pubblico vario e eterogeneo.

Come in un racconto poliziesco o d’avventura, la verità si svela nell’epilogo; ogni puntata disegna una storia, i moduli, con cui i due telequiz sono costruiti, scandiscono gli ostacoli che il possibile campione dovrà superare per raggiungere, di rado però, il gratificante lieto fine. L’antagonismo, in genere, nelle giuste dosi rende un gioco più appassionante, ma se i concorrenti devono rispondere a domande che sono una paccottiglia d’informazioni rotocalchesche e curiosità, tirando per lo più a indovinare,come accade in Alta tensione, l’esito dipende dal caso e al confronto serrato si sostituisce il fatalismo.

In 50-50, che dei due è il meno meccanico, la memoria culturale è più determinante e la componente psicologica ed emotiva è più presente e vivace. La strada scelta è quella della cooperazione, della reciproca conoscenza e complementarità, essendo protagonista la coppia. Tuttavia, poiché la decisione definitiva tocca a uno dei due,che potrà modificare la risposta dell’altro, l’avversario è nascosto in se stessi o nel partner, se non nell’incendiaria dea bendata che tutela gli interessi dell’emittente. Nella commedia bonaria di Scotti il dramma è in agguato, per quanto leggero e fugace, e si spera che non lasci lo strascico del rimpianto e delle recriminazioni.

Se il caso nei due quiz finisce per gabbare anche i più meritevoli, che dire di Affari tuoi dove domina sovrano, dato che cultura e competenze non sono un requisito per la partecipazione? Il vero giocatore qui è la Rai, che per lo più si gioca il concorrente. Vuoto come i suoi pacchi, il programma trova compenso in una tumultuosa sceneggiata a base di musiche e cori, che vede come protagonista l’affabulante e inquieto Flavio Insinna.