Ombre di ombre
Liricizza e drammatizza Franca Leosini, subito dopo aver inquadrato il fatto, presentando i casi giudiziari scelti per Ombre sul giallo (Raitre, mercoledì,ore 21). Questa sarà la cifra della narrazione: un linguaggio immaginoso ed evocativo, che comunichi al pubblico l’impressione di essere messo a parte di un mistero, di avventurarsi in un mondo diviso in vittime e persecutori, dove talvolta i ruoli si possono invertire. Solo a tratti la referenzialità della giornalista prevale sulle ambizioni della romanziera, quando cerca di orientare e dominare il dibattito o mette in ordine le tessere di un ipotetico mosaico. Riposte nel cassetto le interviste delle sue Storie maledette con la discesa agli inferi nella coscienza e nella memoria dei responsabili di assassinii, portandosi appresso il gusto dei particolari e di un ossessivo scavo nelle passioni, anche la Leosini è approdata a quel genere misto, che, a partire da Corrado Augias ‘ uno dei pionieri ‘ sta annoverando cultori sempre più numerosi.
Ma se lo stile e la regia contano, è la bruciante realtà il fattore di maggior interesse. Un po’ inchiesta, un po’ fiction, un po’ talk show, è di fatto un processo in tv, cosa che pone non pochi problemi deontologici. Diversamente, l’attualità è ritrovata in alcuni lati oscuri di processi conclusi o risvegliata dall’annuncio della riapertura di un caso. Colpevolisti o innocentisti a parte, lascia però perplessi che tale eventualità venga comunicata al termine del programma (v. prima puntata), dopo che, vagliate tutte le ipotesi e contro-ipotesi, la vicenda è stata presentata come risolta, sulla base di prove certe e testimonianze verificate. Dov’era la lacuna? Nell’informazione o nella giustizia? A meno che la moda del serial non stia prendendo piede dappertutto.
All’opposto nella seconda puntata ‘ grazie alla quale, come ha scritto il giorno dopo l’Alto Adige, la vicenda giudiziaria di un sacerdote bolzanino è diventata un caso nazionale – in mancanza di fatti, prove, indizi, essendo i capi d’imputazione un’interpretazione giudiziaria di un’interpretazione psicoanalitica di sogni della presunta parte lesa, lo spazio maggiore è stato dato ai filmati e alle interviste a psichiatri, esperti di diritto e giornalisti. E’ un caso singolare, unico – è stato detto – nella storia del processo penale, tanto più che sull’attendibilità del metodo psicoanalitico adottato, gli esperti in materia sostengono tesi divergenti, a seconda della scuola di appartenenza. Sarà la Cassazione a pronunciarsi. La storia, sconcertante nel modo in cui è stata congetturata, si è caricata di sadismo e morbosità nelle brevi fiction con le quali le si è data consistenza e visibilità. Credo che questo non possa essere considerato rispettoso delle persone, qualunque sia la loro identità e ruolo. Alla fine in un sussurro ci è stato posto il dilemma se il metodo usato non possa colpire un innocente.